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Un sondaggio nazionale effettuato negli Stati Uniti nel 2013 ha dimostrato che il 72% degli intervistati ha sperimentato uno o più sintomi quali diarrea, gas, gonfiore, mal di stomaco, movimenti intestinali, perdita di peso inspiegabile, o disturbi addominali non specifici mentre il 74% ha riferito che vivono con uno o diversi di questi sintomi da più di sei mesi.

Per controllare questi disturbi, frequente è l’utilizzo di farmaci da banco (i più utilizzati sono gli antiacidi) che possono dare un sollievo temporaneo, ma non sono in grado di trattare la causa del problema.  

I disturbi addominali post prandiali spesso rappresentano il segno di una cattiva digestione di cibi complessi e il relativo malassorbimento di sostanze nutritive necessarie alla salute ottimale. Questo può portare a malnutrizione cronica di basso livello e/o a sensazione di disagio allo stomaco dopo i pasti.

Una causa comune di questi diffusi problemi digestivi è la riduzione, relativa all’età, della produzione di enzimi che aiutano a trasformare gli alimenti in sostanze nutritive assorbibili.

Una seconda causa prevalente di disturbi addominali è lo squilibrio cronico di migliaia di miliardi di organismi benefici che popolano il nostro tratto gastrointestinale. Tali disturbi contribuiscono a malassorbimento di sostanze nutritive, ma anche alla produzione di infiammazione che può indebolire la barriera intestinale e permettere ai batteri e alle tossine di entrare in circolo dove possono aggravare le allergie e le sensibilità alimentari.

Fortunatamente, gli studi dimostrano che è possibile affrontare entrambe queste cause di disturbi gastro-intestinali: un’appropriata integrazione di enzimi digestivi e probiotici e personali modifiche nutrizionali, possono aiutare a compiere passi significativi per mantenere una buona salute dell’apparato digerente. Il risultato può essere una migliore digestione, meno stress addominale, e un maggior assorbimento dei nutrienti.

Affinché il cibo che mangiamo possa essere assorbito nel nostro sangue sono necessari gli enzimi digestivi. Ognuno dei tre principali gruppi alimentari – carboidrati, proteine ​​e grassi – devono essere ‘sminuzzati’ dagli enzimi specifici, prima di essere assorbiti dalle cellule nel tratto digestivo.

Quando il tubo digerente è in buone condizioni, il cibo è quasi completamente digerito nel momento in cui raggiunge la fine del nostro piccolo intestino, lasciando poche molecole di cibo non digerito in transito nel colon. Il risultato è un corpo ben nutrito che si rinnova continuamente e una sensazione confortevole dopo un pasto.

Con l’età, la produzione di enzimi digestivi comincia a diminuire, lasciando passare una quantità significativa di tutti e tre i principali gruppi di alimenti (grassi, proteine ​​e carboidrati) non digeriti nel colon.

Questo può portare a gonfiore, gas, diarrea e crampi, e peggio ancora, può contribuire alla malnutrizione.

Una soluzione naturale è quella di integrare i pasti con enzimi digestivi che coprono le esigenze del corpo di digerire tutte le classi di alimenti, tra cui l’amido, le proteine, i grassi, la cellulosa e il lattosio.

Per la digestione ottimale, è necessario includere questi importanti enzimi digestivi:

  • Amilasiper digerire amido e catene di carboidrati corte chiamate oligosaccaridi,
  • Proteasiper contribuire a digerire le proteine,
  • Lipasiper digerire i grassi,
  • Cellulasiper digerire la cellulosa dei vegetali (polisaccaride indigeribile)
  • Lattasiper digerire il lattosio (zucchero del latte).

Sono necessari per le persone che soffrono di insufficienza pancreatica a causa della fibrosi cistica, di chirurgia pancreatica, di traumi. L’aggiunta di enzimi digestivi insieme alle adeguate modifiche nutrizionali è vantaggiosa anche per gli individui sani.

In diversi studi, ognuno di questi importanti enzimi ha mostrato benefici specifici nella digestione del cibo.

La lattasi è l’enzima che scinde il lattosio, o “zucchero del latte”: si riduce sensibilmente negli adulti provenienti da tutto il mondo, eccetto il Nord Europa, e gli studi, sia su umani sia su animali, dimostrano che questo deficit di lattasi aumenta con l’avanzare dell’età. La carenza di lattasi produce una condizione nota come “intolleranza al lattosio”, caratterizzata da crampi, gonfiore, gas, e spesso diarrea dopo il consumo di prodotti lattiero-caseari. L’intolleranza al lattosio è nota per essere un problema non indifferente negli anziani, e può portare a insufficiente assunzione di calcio, con conseguente aumento dei rischi di osteoporosi e successive fratture. Gli studi dimostrano che l’integrazione con lattasi produce una significativa riduzione dell’escrezione di idrogeno nel respiro (un marker di una migliore digestione del lattosio), ma anche riduce, in modo importante, i crampi addominali, l’eruttazione, la flatulenza. Il gonfiore e la diarrea.

Ogni grande gruppo alimentare ha un tipo specifico di enzima responsabile della sua  composizione. La carenza in uno qualsiasi di questi enzimi può condurre a una vasta gamma di disturbi intestinali comuni. I cinque principali enzimi digestivi devono essere presenti in quantità adeguate per la digestione del cibo, diversamente si creano effetti collaterali dolorosi o imbarazzanti.

I carboidrati e gli amidi sono digeriti dall’enzima amilasi. Una mancanza di amilasi determina il passaggio di molecole di carboidrati non digerite nel colon, dove i batteri li fermentano con produzione di anidride carbonica e acqua determinando crampi, flatulenza e diarrea.

Le proteine ​​vengono digerite dalle proteasi. Una carenza di proteasi lascia molecole di proteine ​​o frammenti delle stesse non digerite. Ancora una volta, queste passano al colon creando una serie di molecole di odore sgradevole e potenzialmente tossiche.

I grassi vengono digeriti dalle lipasi. Un deficit di lipasi determina la produzione di grassi a lunga catena non digeriti. I grassi non digeriti non possono essere assorbite in qualsiasi parte del corpo e determinano la produzione di feci oleose, crampi, e possono portare a malnutrizione quando le vitamine liposolubili vengono perse.

Molte cellule del sistema digerente producono alcuni enzimi digestivi mentre il pancreas produce tutti e tre questi enzimi digestivi essenziali.

La cellulasi è l’enzima che scompone la cellulosa, il polisaccaride della fibra alimentare.  La fibra è sempre più riconosciuta come fondamentale per la digestione sana perché, anche se l’uomo non può digerirla, è fonte di nutrimento per batteri benefici del colon che la utilizzano per produrre acidi grassi a catena corta che nutrono le nostre cellule del colon e aiutano a prevenire il cancro.  Ma, proprio perché non siamo in grado di digerire la fibra autonomamente, questa può produrre sintomi di gonfiore addominale, flatulenza, diarrea e/o costipazione..

Infine, come già visto, la lattasi è l’enzima che scompone lo zucchero del latte (lattosio). Una carenza di lattasi può impedire al corpo la scissione del lattosio che può portare a crampi addominali, eruttazione, flatulenza, diarrea e gonfiore.

Un’altra causa di malfunzionamento digestivo e disagio postprandiale è lo sbilanciano delle popolazioni microbiche intestinali.

Nel nostro intestino vive un’importante comunità di batteri. Come ogni comunità, questo gruppo di microbi, noti collettivamente con il termine di microbioma intestinale, funziona meglio quando i suoi occupanti sono diversi e rispettano i propri confini. Se queste proprietà non sono presenti, possono verificarsi sintomi di malassorbimento.

L’acronimo SIBO sta per “Small Intestinal Bacterial Overgrowth” (crescita eccessiva dei batteri dell’intestino tenue) ed è una condizione in cui nel piccolo intestino si verifica un’eccessiva proliferazione di batteri appartenenti alla normale flora intestinale. Spesso si tratta di batteri che provengono dal colon.

La SIBO è associata a malassorbimento di carboidrati e può anche provocare infiammazione intestinale. Questa risposta infiammatoria può alterare la permeabilità della barriera intestinale, permettendo a batteri e tossine di entrare nel flusso sanguigno dove possono contribuire ai sintomi di allergia e sensibilità alimentare.

Una condizione correlata è la disbiosi intestinale, in cui l’equilibrio naturale dei batteri benefici che vivono nell’intestino viene disturbato. Si tratta di un enorme e crescente settore della ricerca medica.

Avere il mix sbagliato di batteri nell’intestino può preparare il terreno per l’obesità, le malattie cardiovascolari e molte altre condizioni croniche, legate all’età.  Gli studi dimostrano che ben il 73% delle persone con disturbi ha una qualche forma di disbiosi.

Fortunatamente, l’integrazione con i batteri probiotici e le dovute modifiche nutrizionali possono aiutare ad alleviare i problemi digestivi che possono verificarsi a causa dello squilibrio microbico.

Gli studi dimostrano che gli organismi probiotici (che sono colture di batteri benefici viventi) possono contribuire a ridurre i sintomi addominali e promuovere una sana funzione intestinale favorendo la crescita propria e di altri organismi utili e sopprimendo quella di batteri meno utili.

E’ chiaro quindi come l’apparato digerente cambia con l’età.

Pertanto, dopo un pasto normale, chi è turbato da gonfiore, crampi, gas, perdita di feci o altri sintomi digestivi può alleviare i disturbi post prandiali ripristinando gli enzimi digestivi, la popolazione microbica intestinale e adeguando le abitudini alimentari.

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